Quando questo sport è arrivato per la prima volta a Baku nel 2016 – quell’anno come Gran Premio d’Europa – le strade chiuse e il rombo dei motori sono stati accolti con educata perplessità dalla gente del posto, che ha mostrato scarso interesse per ciò che accadeva in pista sulle rive del Mar Caspio.

Andando velocemente avanti fino allo scorso weekend, c’è stato un fermento maggiore sebbene i numeri de pubblico siano ancora relativamente modesti. Ma gli appassionati locali sembrano sapere il fatto loro, mostrando tutto il loro entusiasmo per il loro pilota o la loro squadra preferita. A seconda del punto di vista, l’Azerbaijan si trova all’estremità orientale dell’Europa o all’estremità occidentale dell’Asia. E lo stesso circuito condivide questa doppia personalità, con il suo rettilineo principale largo abbastanza per quattro auto appaiate che contrasta con la strettoia sotto le mura del castello della città vecchia. Queste mura fanno parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, restaurate a tal punto che si potrebbe pensare di essere in una sorta di parco a tema medievale. Se si mette insieme tutto questo, viene fuori un circuito cittadino che regala sempre gare emozionanti, in particolare ieri, con quattro auto che hanno avuto la possibilità di giocarsi la vittoria nelle fasi finali.

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La Formua 1 si evolve a un ritmo tale che le performance passate su un circuito contano poco, ma il fatto che Yuki si fosse sempre qualificato nella Top ten a Baku e che Daniel avesse già vinto qui nel 2017 – guidando per gli amici di Red Bull Racing – era quasi un presagio positivo per il weekend.

Le prove del venerdì sono state abbastanza impegnative perché, oltre al consueto lavoro di messa a punto della VCARB 01, entrambi i piloti hanno avuto a disposizione il nuovo fondo che avrebbe dovuto debuttare qui, ma che in realtà è stato provato sulla vettura di Yuki a Monza, con quindici giorni di anticipo. Solo Daniel l’ha utilizzato nella prima sessione, in modo da poter fare un confronto diretto con quello originale, poi entrambi lo hanno usato per il resto del weekend, soddisfatti del guadagno prestazionale che ha portato.

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Ancora una volta, le qualifiche si sono rivelate frustranti, con la top ten appena fuori dalla nostra portata. Le penalità inflitte agli altri hanno però concesso a Yuki di schierarsi undicesimo sulla griglia di partenza domenica, con Daniel in P14. Come nella scorsa gara, Yuki è stato coinvolto in un incidente, questa volta con Lance Stroll: il canadese ha deciso di occupare lo stesso pezzo di pista del nostro pilota, con una manovra non necessaria. L’auto di Yuki è stata gravemente danneggiata e al quattordicesimo giro, abbiamo chiesto di ritirarsi. Daniel è stato uno dei pochi piloti a partire con le gomme a mescola dura, che si sono rivelate le più competitive, permettendogli di staccare alcuni dei piloti con gomme medie che lo precedevano. Tuttavia, ha iniziato a soffrire di un livello inspiegabilmente alto di graining, che provoca irregolarità sulla superficie del battistrada con conseguente mancanza di aderenza. Così, ha potuto solo portare al traguardo la macchina al tredicesimo posto.

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La bandiera a scacchi di domenica ha segnato sia la fine della gara che l’inizio di una nuova corsa, quella di nove ore verso Singapore. Venerdì prossimo, infatti, le nostre auto torneranno in pista sotto i riflettori del Marina Bay Circuit per il diciottesimo round del Mondiale.